domenica 8 gennaio 2012

Alcol test per i Cacciatori: nuovi attacchi.

Non passa settimana senza che qualcuno offenda pubblicamente la categoria dei cacciatori, spesso ignorandone completamente i fondamentali e mistificando la realtà.


Questa volta è il turno di Elisa Vesnaver che nel suo intervento propone di sottoporre all'alcol test gli amanti delle doppiette.


Premesso che i ripetuti interventi della signora sugli organi di stampa risultano farciti di omissioni e offese alla categoria dei cacciatori sulle quali preferisco sorvolare in quanto esse stesse qualificano le caratteristiche di chi le esprime, voglio ricordare a tutti che i cacciatori vengono ciclicamente sottoposti, da parte di ufficiali sanitari, ad accertamenti volti a verificare eventuali abusi di sostanze alcoliche o stupefacenti, unitamente al possesso dell'idoneità psico fisica all'uso delle armi da caccia. Gli amanti delle doppiette, quindi, non avrebbero nulla da temere da questo genere di controlli, che evidentemente non appartengono al bagaglio di conoscenze della giovane Vesnaver. Altrimenti si sarebbe dovuta esimere da un’esternazione tanto risibile.


Ma c’è dell’altro. Infatti, nella sua furia iconoclasta per porre fine all'attività venatoria sul territorio che impropriamente definisce “parco del Torre”, la paladina della Lav, prendendo a pretesto l'incolumità delle persone, si spinge a chiedere l'aiuto dei cittadini per segnalare alle autorità eventuali abusi e violazioni della legge da parte dei cacciatori. Ebbene, solo pochi giorni or sono sulle pagine di un quotidiano locale, proprio Elisa Vesnaver e Barbara Novelli della Lav di Udine affermavano di aver “avuto modo di appurare di persona il rispetto, da parte dei cacciatori, delle distanze di sicurezza”. E, allora, dov'è la coerenza?


Ma la disinformazione continua quando la Vesnaver afferma che in Europa noi cacciatori italiani siamo i soli a poter entrare nei fondi privati spingendoci “fino alle porte di casa e nei parchi pubblici”, ben sapendo che, per legge, la caccia nei parchi è vietata.


Poche idee e ben confuse, anche quando l’esponente della Lav prende a pretesto la possibilità di abbattimento di cinque esemplari di coturnice (prelievo autorizzato dalla Regione) per sbandierare il rischio di estinzione della specie, mentre l'Ispra, massima autorità faunistica in ambito nazionale, ha certificato che in Italia nessuna tra le specie cacciabili è a rischio di estinzione!


La verità incontrovertibile, infatti, è che la caccia nel nostro paese non può mettere a rischio la consistenza delle popolazioni faunistiche. In un paese dove, fra ninnoli e nannoli, il cinquanta per cento del territorio è vietato all’attività venatoria e dove gli squilibri ambientali sono ormai quotidianamente sotto gli occhi di tutti, chiunque è in grado di rendersi conto che tutto ciò dipende principalmente da un’errata politica ambientale, purtroppo da  sempre in mano a speculatori, a una gestione della cosa pubblica a dir poco sciagurata, a una politica dei parchi che fa acqua da tutte le parti, connotata soprattutto dallo sperpero di denaro pubblico, clientelismi, farneticazioni anticaccia e poco più.  Cifre mistificatorie, infine, e sparate a caso dalla Vesnaver anche quelle secondo cui l'80% dei cittadini italiani sarebbe contrario alla caccia. C'è da chiedersi se questi numeri vengono forniti alla Vesnaver dalla sua colf.  Infatti, da un sondaggio del professor Enrico Finzi, condotto per conto dell’Astra ricerche – istituto notoriamente distante dal mondo venatorio -, emerge che il 53% della popolazione è a favore di una caccia regolamentata, sostenibile e sicura, proprio come risulta oggi. Con dati molto simili anche l'Eurispes smentisce i sondaggi animalisti sbandierati in tv e sui giornali dal ormai ex ministro Vittoria Brambilla e da altri esponenti del comitato Animal Friendly che vorrebbero addirittura un 90% di italiani contrari alla caccia. Propaganda smentita colpo su colpo da ogni rilevazione statistica. E anche dal recente sondaggio lanciato sul Corriere della Sera, si evince che su 70 mila intervistati soltanto il 44% si è dichiarato contrario alla caccia, dato che smentisce l’80% sbandierato dall’esponente della Lav.


Esternazioni di intolleranza, come è solita fare la signora Vesnaver, non giovano alla convivenza, tantomeno a capire i diritti e le ragioni degli altri. Il rispetto e il civile confronto potrebbero chiarire meglio tanti aspetti, da quelli venatori a quelli ambientali e faunistici. Infatti, il rispetto per gli animali non può prescindere dal rispetto verso le persone.
Sandro Levan consigliere nazionale Anlc (associazone nazionale libera caccia)


LEVAN Sandro
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33010 REANA DEL ROIALE (UD)
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