martedì 3 maggio 2011

Diritti dei Verdi e diritti dell'UOMO - La Caccia nelle Scuole - Caccia = Violenza

Testo tratto da www.cittàdellaspezia.com
Val di Magra - Val di Vara. “La notizia che arriva da Rocchetta Vara, di introdurre nelle scuole l’educazione alla caccia, ci lascia veramente senza parole – dichiara la responsabile dei Diritti dei Verdi, Cristina Morelli -. Non pensavamo che un sindaco potesse arrivare a tanto. Pensare che solo perché a Rocchetta Vara in ogni famiglia esiste un cacciatore, questo può permettere di insegnare la caccia come il rispetto delle tradizioni, è come dire che in quei territori dove la mafia è purtroppo ben radicata, in ogni famiglia “potrebbe esistere” un mafioso e quindi facciamo educazione a diventare mafiosi, nel rispetto delle “migliori” tradizioni".

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Ovviamente il paragone è forte – continua la Morelli - ma quest’idea di inserire nel programma educativo delle scuole, la caccia, arrivata dal sindaco di Rocchetta Vara Riccardo Barotti, forse in cerca di una popolarità, non trovata in altri modi, è veramente orrida. La scuola dovrebbe essere un posto dove si insegna l’educazione alla vita, al rispetto, alla non violenza, ad una cultura della pace. E invece no, a Rocchetta Vara, per far parlare di sé, si trova questa “geniale” idea.
Far vedere ai bambini una vera e propria battuta di caccia. Insegnare come delle creature innocenti possano conoscere il terrore durante l’inseguimento e come alla fine la violenza gratuita dell’uomo possa avere la meglio su un essere indifeso. Da chi questo potrebbe essere considerato educativo? Oltre che dai cacciatori che però sono legittimati dalla tutela di un proprio interesse personale e non rappresentano che l’1% della popolazione, peraltro sempre di più, per fortuna, in forte diminuzione".

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Spero che qualcuno fermi questa idea squallida - conclude Morelli - e priva di ogni fondamento morale etico ed educativo. Noi Verdi, faremo il possibile perché questo barbaro progetto non vada avanti, ricordando che il paragone di prima sulla mafia, era sì eccessivo, ma non privo di fondamento. La mafia infatti per far “abituare” alla violenza e alla crudeltà i suoi affiliati, li faceva e fa, esercitare sugli animali, creature indifese, da uccidere per farsi la mano. Non facciamo sì che la cultura della violenza entri nelle scuole, altrimenti avremo peso tutti una battaglia. Quella della cultura con la C maiuscola con cui invece dovremmo educare i nostri figli.”