domenica 27 novembre 2011

Questo Ricco ed Evoluto Nord Est

Una mail di Alfredo Boscarol da l'imput a diverse considerazioni.
Ai cacciatori i commenti.


Non era raro, prima del manifestarsi dell’attuale crisi economica, trovare sulle pagine delle più importanti testate giornalistiche, titoloni inneggianti alle particolari condizioni di agiatezza economica, sociale e culturale, riferite alle zone del Nord – Est in generale e, al Friuli in particolare!! In considerazione del fatto che il crollo produttivo globale, ha colpito il Friuli alla stregua di altre parti del Paese,  che anche in Friuli sono migliaia di anziani che devono necessariamente sopravvivere  con poche centinaia di euro di pensione al mese, che una famiglia su tre non sia in grado di affrontare autonomamente spese impreviste,  che i tassi di disoccupazione giovanile, o che i tempi di attesa per una visita medica specialistica, nella struttura pubblica, siano in Friuli assolutamente  analoghi rispetto ad altre  zone d’Italia  ma soprattutto, che anche qui, la casta politica, di ogni livello e “colore”, in tempi tanto grami, si guardi bene dal rinunciare anche a una parte dei  propri e cospicui privilegi, vien da pensare che, la situazione generale del Nord – Est in generale e del Friuli in particolare, non si discosti più di tanto da quello che è l’andazzo generale che contraddistingue questa Nazione. Ma aldilà della situazione  economica e sociale, delle cui vicende lasciamo ad altri, più esperti, analisi e approfondimenti e che sostanzialmente non sembrano  essere gli indicatori più adatti a giustificare la presunta agiatezza molto spesso sbandierata, ci si chiede:- quali potrebbero essere allora gli aspetti, grazie ai quali il Friuli si porrebbe in una situazione di privilegio rispetto ad altre parti del Paese? Difficile dirlo, non di certo temi come quelli relativi alla gestione del territorio e della fauna, argomenti, che se analizzati attentamente, altroché primeggiare, farebbero addirittura precipitare, questo “ricco ed evoluto Friuli”,  in coda alle relative graduatorie nazionali di merito. In un recente viaggio, si è avuto modo di attraversare per intero e nella stessa giornata,  prima la Val Isarco, poi la Val Pusteria,  la zona del Comelico e quindi parte del Cadore. Delle politiche altoatesine riferite all’ambiente, sembra davvero superfluo parlarne, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Una bella sorpresa si sono rivelati il Comelico e il Cadore, zone che beneficiando probabilmente di scelte amministrative oculate, sono in grado di fornire al turista, che si trova ad attraversarle, un colpo d’occhio davvero appagante. Di tutt’altro genere l’impressione che si ricava al momento di entrare in Friuli, nell’occasione, attraverso il Passo della Mauria. In pochissimi chilometri il paesaggio cambia completamente. La bellezza dei paesaggi, il senso di ricchezza, procurato da investimenti avveduti, lasciano il posto a un desolante sensazione di degrado e abbandono di un territorio divenuto quasi inospitale, che porta a immaginare una realtà tutt’altro che ricca ed evoluta. Sale netta la sensazione di una politica miope e limitata. Va precisato che le stesse amare sensazioni si possono ricavare, tranne ovviamente rare eccezioni, attraversando l’intero territorio pedemontano e montano regionale. Le pochissime possibilità di trovare una qualche occupazione adeguatamente remunerata, la scarsità di finanziamenti pubblici, inducono i giovani a lasciare le zone di origine provocando lo spopolamento della zona montana, con tutto quello che ne deriva. Le uniche zone collinari che sfuggono alla regola, si possono individuare nel Collio e nei colli Orientali del Friuli, aree famose per la viticoltura, dove gli investimenti pubblici, sono stati in grado di procurare alla politica un immediato e sicuro  ritorno di immagine. Per quanto riguarda la gestione della fauna, riferita in particolare, agli ungulati, capriolo, cervo, camoscio e cinghiale,  sul territorio appena descritto, le cose non vanno sicuramente meglio. Ad un attento esame dei dati disponibili, non ci vuol molto ad accorgersi, che in determinate zone della Regione, a fronte di habitat vocati ed idonei, la fauna, numericamente parlando, non è presente neanche nelle quantità minime auspicabili!! Chiunque, visitando il sito della Regione, può prendere atto della veridicità delle affermazioni qui riportate. Tutto ciò induce a pensare che, nemmeno in materia di corretta gestione faunistico venatoria, questo nostro Friuli non sia poi così “evoluto” come lo si vuole dipingere. Situazione a cui sfuggono ad onor del vero e in virtù di una cultura in materia, di tipo mitteleuropeo le sole aree del Tarvisiano, del Pontebbano e per intero le Province di Trieste, di Gorizia. Ci si chiede: Come mai le politiche amministrative di una Regione ritenuta, (ma da chi??) ricca ed evoluta, si dimostrano così  poco attente, nei confronti di argomenti vitali, come quelli relativi in particolare alla corretta gestione del territorio e di conseguenza, del patrimonio pubblico riferito alla fauna?? Almeno un paio dovrebbero essere le risposte idonee a spiegare il fenomeno. La prima è di carattere culturale: Va infatti tenuto in considerazione che gli Assessori Regionali competenti in materia, delle ultime tre Amministrazioni Regionali, per cui di diverso colore politico, sono stati nell’ordine, un pordenonese, un carnico ed infine un friulano e che l’attuale Presidente  Regionale è a sua volta un carnico!! Per carità tutte persone per altri versi stimabilissime e rispettabilissime, ma culturalmente lontani anni luce da quei principi gestionali di modello mitteleuropeo a cui Paul Palffy si ispirava già nel primo novecento  e che trascorso ormai un secolo, faticano ancor oggi a trovare applicazione in larga parte di questa nostra “evoluta” Regione,!! La seconda è relativa al ritorno d’immagine:  E’ nota a tutti la disaffezione della politica verso argomenti e situazioni ritenuti impopolari per cui dal punto di vista politico, di scarso effetto propagandistico. Va da sé che tra la promozione del “Friulano” inteso come vino e mettere le mani in un ginepraio quale può essere raffigurato il frazionato e rissoso mondo venatorio regionale, nessun politico di ultima generazione, si farebbe cogliere da dubbi in proposito!!! Ora, considerata la preoccupante situazione economico sociale gia descritta; Accertata nel sottosuolo regionale, la totale assenza di materie prime; Vista la scarsa sensibilità degli Amministratori nei confronti della  salvaguardia e alla valorizzazione dell’ambiente e della fauna, sarebbe davvero interessante sapere a quali altre sconosciute e misteriose ricchezze, si è fatto riferimento  nell’inneggiare appunto al “Ricco ed Evoluto Nord - Est”.

                                                                                   Alfredo Boscarol