lunedì 18 luglio 2011

…non vin di fa i fameis dai ciaciadors di Taipane…

...Non dobbiamo mica fare i domestici dei cacciatori di Taipana ...


era questo il motto di uno dei tanti “commissari” nominati dalla Regione per la gestione della Riserva di caccia di Taipana in applicazione del famigerato comma 6 dell’art. 40 della abrogata l.r. 30/99 che imponeva la gestione pubblica delle Riserve di caccia…”in caso di mancato funzionamento..”

Quel motto era ispirato da un fondamentale principio giuridico: la Regione, in applicazione delle norme comunitarie, statali e regionali, deve tutelare la fauna in quanto  patrimonio pubblico e non già i cacciatori . Infatti  …se no si spare le bestis a stan ce tant ben…argomentava giustamente il commissario.  La funzione pubblica pertanto si occupava degli adempimenti fondamentali della gestione venatoria (censimenti, consuntive, piani di abbattimento, regolamento interno) e solo quando la gestione stessa fosse garantita si poteva dar corso, con le opportune cautele, all’attività venatoria.

Il punto è che …il mancato funzionamento…della Riserva di caccia di Taipana ed il conseguente commissariamento, è sempre derivato dal mancato funzionamento dei suoi organi associativi. Ricordiamo infatti, nel tempo, la non approvazione del bilancio consuntivo,  la decadenza del direttore, la mancata adozione di atti fondamentali quali censimenti e piani di abbattimento, la bocciatura assembleare del regolamento di fruizione venatoria proposto dal direttore.

Le funzioni sostitutorie esercitate da Servizio regionale erano conseguenza pertanto delle contrapposizioni tra  gruppi di soci della Riserva che pensavano di imporre le loro scelte attraverso il commissario piuttosto che attraverso  i leggitimi organi della Associazione (Assemblea, direttore, consiglio direttivo).  L’utilizzo della Regione per un interesse personale o di gruppo era uno schema caro a molti “padri” della l.r. 30/99 che ha, di conseguenza, determinato anche  imputazioni penali di abuso od omissione a carico dei responsabili del Servizio regionale.

Finalmente la l.r. 6/08 ha eliminato la funzione sostitutoria della Regione affidando tutte le competenze inerenti l’esercizio venatorio all’associazionismo venatorio. Le eventuali controversie tra cacciatori devono pertanto trovare la loro definizione all’interno della Riserva o in un ambito associativo più ampio.  Pertanto non più commissari (o fameis) quali arbitri delle baruffe interne della Riserva.  Anche in assenza di un livello associativo sovra riservistico la norma affida alla Amministrazione regionale strumenti potentissimi per garantire la funzionalità del sistema.  Basti pensare che la Regione affida il territorio a patto che lo Statuto della Associazione riserva di caccia garantisca la funzionalità della stessa. La semplice previsione statutaria della immediata decadenza del direttore in caso di mancata approvazione assembleare di atti contabili o del regolamento di fruizione e la previsione di un automatismo nella convocazione dell’Assemblea anche in una situazione di inerzia o di assenza/impedimento del Direttore consentirebbe il funzionamento delle associazioni in qualsiasi caso e circostanza.  La semplice adozione di una condizione minima di  uniformità statutaria  avrebbe quindi risolto per sempre i problemi della Associazione riserva di caccia di Taipana con buona pace dei soci contendenti.

Chi abbia la disponibilità e la voglia di leggere la delibera della Giunta regionale n. 1158 del 17 giugno 2011 si accorgerà invece che è la nostra regione, attraverso il più alto dei suoi organi esecutivi, a essersi ridotta al rango di “famei” di quel piccolo gruppo di cacciatori che, da lungo tempo, aspira a gestirsi in esclusiva il Gran Monte.  Come giudicare diversamente dal mero atto servile una affermazione come quella contenuta nelle premesse della delibera a giustificazione dello smembramento della Riserva di caccia di Taipana…ritenuto necessario porre le basi per una gestione efficiente e duratura dei rilevanti interessi pubblici affidati agli organismi venatori…ed ancora….ritenuto di individuare due istituti gestionali…tenuto conto delle tipologie di caccia…individuando una ripartizione territoriale funzionale ad una migliore gestione faunistica e venatoria del territorio…

Si tratta di un atto devastante che oltre a svilire il ruolo della Regione e compromettere l’autonomia dell’associazionismo venatorio, nega il principio che su ogni territorio possa essere praticata ogni forma di caccia e che solo in forza dei vincoli associativi assunti volontariamente dai cacciatori associati e delle norme in materia vengano affrontate e risolte le eventuali controversie che possono nascere.

Quanti casi  analoghi scopriremo adesso in Regione e quante controversie pretenderanno di essere risolte con il metodo Taipana?



……forse però mi sono dimenticato di considerare il fatto che Taipana è un caso particolare. E’ una riserva di caccia tipicamente ( nome di partito - parola tolta dal moderatore in quanto si esplicita l'appartenenza politica)…  Ce ne sono altre?...

3 commenti:

  1. Ha ragione il sig. N.N. (non saprei come altro chiamarlo dal momento che non compare il suo nome, anche se penso che si tratti di colui che ha coniato il motto)quando dice che la Regione si è ridotta al rango di “famei” di quel piccolo gruppo di cacciatori che, da lungo tempo, aspira a gestirsi in esclusiva il Gran Monte. Ma, aggiungo io, anche il distretto al quale egli (l'autore delle considerazioni) partecipa con in testa il proprio presidente, dovrebbe recitare un sacrosanto mea culpa. è risaputo, infatti, che nessuno dei componenti si è stracciato le vesti per opporsi a tale soluzione, anzi...Infine ridicolizzare la riserva di Taipana definendola leghista significa attribuire al famoso giornalista tiragiacca un ruolo e una rappresentatività che non è nei fatti. Ma per poterlo capire bisogna avere la mente sgombra da pregiudizi, diversamente da chi ha manifestato questa opinione.

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  2. Trovo che ci sia una notevole confusione sul tema associazionistico. Se il territorio delle Riserve di Caccia è dato in gestione all'Associazione Riserva di Caccia, non vedo come la Regione possa intervenire nella gestione dell'Associazione Riserva di Caccia in quanto la stessa Associazione è governata dalle norme del Codice Civile! Come fa a limitarne il numero dei soci, l'ingresso dei soci nell'associazione, ... mah?

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  3. Ha ragione Angelo infatti con la 6/08 si è voluto regolare la posizione delle associazioni Riserve di caccia stabilendo che sono associazioni senza fini di lucro e pertanto PRIVATE. C'è poi una sorta di contratto tra l'ente pubblico e l'associazione che prevede alcune "clausule minime" che stabiliscono alcune regole . In buona sostanza la Regione dice tu Riserva hai assegnato il territorio se fai così.... atrimenti nulla. Il tutto naturalmente nel massimo rispetto delle leggi vigenti. La Regione ha pertanto fatto un abuso impponendo gli "Statuti Tipo" ed entrando di prepotenza nella vita associativa appunto di una associazione privata.I soci sono dunque assegnati al territorio e non alla Riserva. Mah...così, qui tutti fanno quello che vogliono. Normano al di sopra di qualunque legge:vedi Riserve, Distretti e ...Regione

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